Hai mai pensato di iscriverti a un’università italiana?

Potrebbe essere una scelta intelligente per apprendere non solo nuove materie, ma anche per sviluppare un insieme di competenze trasversali che ti distinguerebbero dagli altri. La capacità di comprendere e integrarti in una cultura diversa potrebbe essere il tuo primo passo verso – forse – una carriera più brillante in una grande multinazionale. Imparare una nuova lingua, ad esempio, potrebbe ampliare le tue opportunità lavorative.

Trovarsi in un paese sconosciuto, lontano da tutto ciò che conosci, può rappresentare un’occasione per uscire dalla propria zona di comfort (che, si dice, porti sempre il meglio di noi stessi). Ma se tutto questo si svolgesse in un contesto fatto di una natura straordinaria, città sviluppate, persone accoglienti e cibo incredibile? Battute a parte, prima di preparare le valigie e trasferirti, potrebbe essere interessante conoscere un po’ meglio la situazione universitaria in Italia.

La situazione dei laureati in Italia

Nel 2021 si sono laureati in Italia circa 352.000 studenti, con una prevalenza di donne rispetto agli uomini (58%).

Il numero totale dei laureati è in costante ma lieve aumento ogni anno (per esempio, nel 2001 si contavano 172.000 laureati, il 51% in meno rispetto al 2021). Le università che producono il maggior numero di laureati sono l’Università di Torino e il Politecnico di Torino, seguite dall’Università del Piemonte Orientale.

Nonostante i progressi, l’Italia è ancora lontana da altri paesi europei in termini di percentuale di laureati sulla popolazione totale. Secondo Istat, solo il 20% della popolazione (tra i 25 e i 64 anni) ha una laurea, contro il 33% della media europea. Esistono differenze geografiche rilevanti: la percentuale di laureati è maggiore al Centro (24%), seguita dal Nord (21%), e infine dal Sud (16%).

Studenti universitari stranieri in Italia

Ogni anno si registra un aumento costante degli studenti stranieri iscritti alle università italiane. Nel 2005 si contavano solo 4.438 laureati stranieri nelle università locali, mentre nel 2021 questo numero è salito a circa 17.000.

Nell’anno accademico 2020/2021, gli studenti stranieri iscritti erano 18.500, provenienti principalmente dall’Europa (8.325, soprattutto da Albania e Romania) e dall’Asia (4.752), seguiti da Africa (3.262) e Americhe (2.091).

Le migliori università e i corsi più scelti

Secondo il QS World University Rankings 2022, le università italiane meglio classificate sono il Politecnico di Milano, l’Alma Mater Studiorum di Bologna, la Sapienza di Roma e l’Università di Padova, tutte nella top 200.

Per quanto riguarda i campi di studio, tra i migliori risultati troviamo archeologia e studi classici alla Sapienza (Roma), management alla Bocconi (Milano) e architettura, arte e design al Politecnico di Milano.

L’Italia è universalmente nota per il suo patrimonio culturale, la tradizione nel design e nella moda, oltre che per il settore manifatturiero. Questo si riflette anche nelle scelte degli studenti stranieri, che si concentrano su design, architettura, ingegneria, lingue e culture moderne.

Visto per studenti non UE

Decidere la città, l’università e il corso di studi non basta: se vieni da un paese extra UE, avrai bisogno di un visto per studenti per trasferirti e frequentare un’università in Italia.

In generale, i visti per studenti sono destinati a chi è stato accettato in un’università italiana o in un’istituzione educativa equivalente. Questo vale anche per scuole superiori, istituti tecnici, corsi universitari specifici o corsi di formazione professionale approvati.

Tuttavia, ci sono altri requisiti per ottenere un visto per studenti, come avere un’assicurazione sanitaria, mezzi economici adeguati, un alloggio idoneo in Italia e una conoscenza sufficiente della lingua in cui si terranno le lezioni. Inoltre, i richiedenti devono avere almeno 14 anni per poter fare domanda.

Lavorare durante gli studi

In Italia, relativamente pochi studenti (21%) hanno esperienze lavorative prima di entrare nell’istruzione superiore, a differenza di quanto accade in altri paesi. Inoltre, il numero di studenti lavoratori varia molto. Dieci anni fa si contavano 250.000 studenti lavoratori, ma il numero è diminuito fino a raggiungere il minimo di 166.000 nel 2015. Oggi il dato è di nuovo in aumento, con sempre più studenti che scelgono lavori part-time, serali o nel fine settimana.

Gli studenti internazionali possono lavorare in Italia?

Gli studenti stranieri in Italia possono combinare le attività di studio con un lavoro, purché rispettino alcune limitazioni. Poiché il visto per studenti implica che la motivazione principale per soggiornare in Italia sia lo studio, l’attività lavorativa non può essere predominante e deve essere limitata a 20 ore settimanali.

Tuttavia, se uno studente trova un lavoro a tempo pieno durante gli studi, o subito dopo la laurea, il visto per studenti può essere convertito in un visto per lavoro, a patto di aver completato il proprio percorso universitario e di avere un’opportunità lavorativa.

Conclusioni

Anche se l’Italia non ospita le università migliori al mondo, può vantare eccellenti atenei e programmi di laurea in settori specifici con una lunga tradizione. Il numero di studenti stranieri cresce anno dopo anno, creando un ambiente aperto, dinamico e multiculturale. Se l’Italia è la tua scelta, non te ne pentirai!

Fonti:

Per approfondire l’argomento:

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